Festa della Liberazione
BELLA CIAO! |
W L'ITALIA LIBERA |
25 APRILE 2010 |
SEMAFORO ROSSO |
MASCHERINA Sì MASCHERINA NO |
LA CROCE DI PIZZO META |
SPERIAMO |
1° APRILE |
CRESCITA ECCESSIVA |
NON C'ENTRA DI SICURO? SICURO SICURO? |
Servizio Sanitario sotto stress |
L'Italia infetta |
Speriamo! |
Camion militari carichi di bare |
A VOLTE IL BUIO SEMBRA AVERE LA MEGLIO |
“Questo ti voglio
dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo
sentivamo tutti
ch’era troppo
furioso
il nostro fare.
Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora –
farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto
insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci
riuscivamo.
Non c’era sforzo
umano
che ci potesse
bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito
comune
come un inconscio
volere -
forse la specie
nostra ha ubbidito
slacciato le catene
che tengono blindato
il nostro seme.
Aperto
le fessure più
segrete
e fatto entrare.
Forse per questo
dopo c’è stato un salto
di specie – dal
pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha
voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello
che succede.
E c’è dell’oro,
credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per
noi. Se ci aiutiamo.
|
C’è un molto forte
richiamo
della specie ora e
come specie adesso
deve pensarsi
ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo
sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o
nessuno.
È potente la terra.
Viva per davvero.
Io la sento pensante
d’un pensiero
che noi non
conosciamo.
E quello che
succede? Consideriamo
se non sia lei che
muove.
Se la legge che
tiene ben guidato
l’universo intero,
se quanto accade mi chiedo
non sia piena
espressione di quella legge
che governa anche
noi – proprio come
ogni stella – ogni
particella di cosmo.
Se la materia oscura
fosse questo
tenersi insieme di
tutto in un ardore
di vita, con la
spazzina morte che viene
a equilibrare ogni
specie.
Tenerla dentro la
misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo
noi
che abbiamo fatto il
cielo.
|
Una voce imponente,
senza parola
ci dice ora di stare
a casa, come bambini
che l’hanno fatta
grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci,
non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una
frenata
che ci riporta
indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate,
delle madri.
Guardare di più il
cielo,
tingere d’ocra un
morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare
bene una faccia. Cantare
piano piano perché
un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la
mano un’altra mano
sentire forte
l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo.
Tutta la specie
la portiamo in noi.
Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col
palmo di qualcuno
a quel semplice atto
che ci è interdetto ora -
noi torneremo con
una comprensione dilatata.
Saremo qui, più
attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà
dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo
quanto è triste
stare lontani un metro.”
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NEBBIA C’è la nebbia ‘stasera ‘rlucéa ‘l sole bellu pògu prima ma ‘ppò è venùdu su ‘l calìgu e ha ‘mmantàdu nicò |
Eccolo! |
Salgono a 15 i nuovi contagiati in Lombardia 2 casi in Veneto. 50mila a casa nel Lodigiano |